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09/03/2012 – Le icone di Hiroshima


BSMCBiblioteca di Storia Moderna e Contemporanea-Le icone di Hiroshima  Allindomani dello scoppio delle due bombe su Hiroshima e Nagasaki, il 6 e 9 agosto 1945, fotografi e cineoperatori raggiunsero le due citt per testimoniare e documentare gli effetti disastrosi delle deflagrazioni atomiche. Ciononostante, tutto questo materiale non fu fatto vedere fino alla fine degli anni ’60. Metri e metri di pellicole furono immediatamente spediti a Washington ed etichettati come segreto militare. Contestualmente furono rese pubbliche solo le immagini del fungo atomico e delle vedute aeree delle due citt distrutte.

Wilfred Burchett, giornalista indipendente, fu tra i primi stranieri a raggiungere Hiroshima, il suo articolo usc, provocando molto scompiglio, sul London Daily News, ma il suo rullino di foto scattate nella citt scomparve misteriosamente; George Weller fu, invece, tra i primi a giungere a Nagasaki, il suo dossier non arriver mai alla redazione del Chicago Daily News per il quale lavora. Al di l dell’oceano, William Laurence firma i primi comunicati stampa emessi dal Pentagono in cui i danni ai civili vengono sminuiti.

Negli anni ’70, il Giappone una superpotenza, ma la memoria del suo recente passato storico compromessa dagli anni di oblio imposti dal dictat della Realpolitik cui il governo giapponese si piegato senza troppi scrupoli.

Gli hibakusha, i sopravvissuti di Hiroshima e Nagasaki, costituiscono un movimento per rivendicare assistenza sociale e un’indennit, nel frattempo il Giappone si vota alla cultura della pace, di cui il Genbaku Dome diventa simbolo e icona.

Annarita Curcio laureata in discipline delle arti, musica e spettacolo (Universit di Roma Tre) e ha un Master of Arts in Critica Fotografica (University of Durham, Inghilterra). Lavora nel campo dell’editoria fotografica. Ha curato mostre e tenuto corsi teorico-pratici per varie scuole di fotografia e ha pubblicato saggi e interviste per numerose riviste, tra le quali: Around Photography, Fotografare, Quaderni Asiatici. Da anni si interessa del Giappone, approfondendone vari aspetti, come la cinematografia, la cultura visiva e la gastronomia.

Gabriele DAutilia insegna Fotografia e nuovi media presso lUniversit di Teramo e collabora con lIstituto Luce nel settore storico-archivistico. Tra le sue numerose pubblicazioni si ricordano: Let giolittiana (1998) nella collana Storia fotografica della societ italiana; Lindizio e la prova. La storia nella fotografia (2005); con Giovanni De Luna e Luca Criscenti LItalia del Novecento. Le fotografie e la storia (2005-2006); ha curato il Dizionario della Fotografia (2008).

Riccardo Rosati, studioso della lingua e della cultura giapponese, ha scritto numerosi saggi sullargomento, tra i quali si ricordano: Perdendo il Giappone (Armando Editore, 2005) e, con Arianna Di Pietro, Da Maison Ikkoku a NANA. Mutamenti culturali e dinamiche sociali in Giappone tra gli anni Ottanta e il 2000 (Societ Editrice La Torre, 2011). Ha inoltre curato, insieme a Enrico Azzano e Raffaele Meale, il testo Nihon Eiga Storia del Cinema Giapponese dal 1970 al 2010 (csf edizioni, 2010).

Per informazioni: Biblioteca di storia moderna e contemporanea, tel. 066828171

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