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30/10/2012 – Otello


Teatro Quirino - Vittorio Gassman-OtelloNellOtello di Shakespeare, alla fine, perdono tutti, i nobili e i malvagi: Desdemona, Emilia, Roderigo assassinati, Otello suicida, Iago travolto dai suoi stessi inganni e dalle sue trame scellerate. Tutti fanno scelte sbagliate. Il mondo non ritrova il suo equilibrio, dopo latto estremo di Otello e il sacrificio di sua moglie: come dopo uneclissi di sole e di luna – stralcio simbolico di una immagine barocca – luomo resta sotto un cielo vuoto.

Se si spegnessero il sole e la luna,

insieme, in un buio eclisse…

se la terra tremando si squarciasse… (Otello, V, 2)

Otello, come Lear e Macbeth, sceso nellabisso, giunto sino in fondo, ha vissuto lesperienza umana della gelosia fino allestremo. Shakespeare lunico autore, dopo i greci, che riesce a darci tragedie vere; e Otello, nella storia teatrale, una delle poche vicende pienamente conosciute dal pubblico, soprattutto dallepoca romantica in poi. Il pubblico del nostro tempo abituato a sentire i nomi, cos stravaganti e improbabili, di Iago, Desdemona, Otello, a legare ad essi un racconto di gelosia e di sangue e a restare avvinto dalle passioni che muovono i destini di quei personaggi. Ma, conoscendo lesito tragico della storia, lo spettatore contemporaneo continua a interrogarsi sulla fragilit della natura umana.

Otello, una volta scrostato dai depositi romantici e naturalistici, un grande dibattito, profondo e appassionante, sulla natura umana: per Otello il mondo bello, gli uomini sono nobili, e giustificano la loro esistenza nella lealt e nellamore; per Iago il mondo abietto e volgare e gli uomini sono come animali, carogne che si divorano lun laltro; da un lato unidea del mondo e della natura umana che volge lo sguardo alla convivenza, alla bellezza e allarmonia; dallaltro la totale assenza, machiavellica, di ideologia, il pragmatismo empirico pi spregiudicato.

Nessuno ha la meglio, alla fine. In realt, il mondo somiglia molto di pi a come lo immagina Iago, ma anchegli ne travolto, come Riccardo III. Cosa resta, dopo gli assassini, i suicidi, il crollo della fiducia, della fedelt e dellamore? Probabilmente solo la notte buia, il cupo abisso in cui precipita a volte la mente umana. Laccesso di follia distruttiva e autodistruttiva, omicida e suicida, di Otello, nutrita dalla menzogna e dallinfamia di Iago; e la dissoluzione di un mondo di valori, come famiglia, patria, amore, lealt, coerenza morale.

E resta solo un linguaggio sfasato e incerto, sconnesso, schizoide. Lunica vittoria di Iago consiste nel distruggere la poesia, leroismo, la grandezza del generale Otello, infrangendo le sue certezze di linguaggio, spingendolo allafasia, al balbettio, in una sorta di eloquio spezzato che somiglia tanto al monologo interiore della letteratura moderna – di Joyce, di Beckett.

A letto con lei… sopra di lei! Si dice a letto con lei quando qualcuno si scopa una donna… A letto con lei… che schifo! Il fazzoletto… deve confessare… il fazzoletto! Farlo confessare… e poi impiccarlo per quello che fatto. No, prima impiccarlo, e poi farlo confessare! Sto tremando, lo vedi? Tremando dalla rabbia… una rabbia nera… Non sono le parole che mi fanno tremare. Puh! Che schifo: i nasi, le orecchie, le labbra… Non possibile… Confessa!… Il fazzoletto!… Demonio!… (Otello, IV, 1)

Corpi, labbra, amplessi immondi, schifosi sono le uniche immagini residue del bel mondo eroico di Otello, sono la vittoria del pragmatismo di Iago, ma sono anche lo sprofondamento delluomo nel mondo dellombra, dove la nobilt danimo si trasforma in scelleratezza, il coraggio in codardia; dove la tolleranza lascia rapidamente il posto al pregiudizio razziale pi osceno.

Otello la notte. Unimmensa figura fatale. La notte innamorata del giorno. Lafricano adora la bianca. E grande, augusto, maestoso, ha al suo seguito il coraggio, la battaglia, la fanfara, la bandiera, la fama, la gloria, Otello; ma nero. E allora come fa in fretta leroe geloso a trasformarsi in mostro! Il nero diventa negro. Con quanta rapidit la notte ha fatto segno alla morte! (Victor Hugo, William Shakespeare).


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