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domenica 26 febbraio 2012 – h.16.30: Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea, La collezione d’Arte Moderna del Comune di Roma



La collezione d'Arte Moderna del Comune di Roma

In occasione della riapertura della Galleria Comunale d’Arte Moderna di Roma, per otto lunghi anni chiusa al pubblico per imponenti lavori di restauro, stata allestita la mostra Luoghi, figure, nature morte, che presenta circa centoquaranta capolavori della cospicua raccolta, adeguatamente composti in percorsi diversificati (la figura, le vedute e visioni di Roma, l’oggetto), tra cui molte delle opere conservate nei depositi e visibili dai soli addetti ai lavori.

A questi percorsi tematici, rispettivamente distribuiti nei tre piani dell’edificio, si aggiunge la scultura, unico tema trasversale che si svolge nelle sale a commento delle opere esposte.

Tra le opere presenti in mostra troviamo quelle di Arturo Martini, Giacomo Manz, Giorgio De Chirico, Giacomo Balla, Carlo Carr, Mario Mafai, Scipione, Gino Severini, Giorgio Morandi, Giuseppe Capogrossi, Afro, Alberto Savinio, solo per citarne alcuni, realizzate tra met Ottocento e secondo dopoguerra, che raccontano, insieme alla storia dell’arte, anche quella della citt.


Storia della Galleria

http://www.galleriaartemodernaroma.it

La Galleria d’Arte Moderna di Roma Capitale ha una storia complessa e travagliata fin dal suo esordio ufficiale nel 1925. Dopo le sofferte vicende legate alla raggiunta unit d’Italia, tutte le maggiori citt gareggiarono fra di loro per dotarsi di un museo civico che testimoniasse al contempo sia il patrimonio storico-artistico del singolo territorio sia il rapporto culturale con il nuovo Stato. A Roma questa volont, documentata dal lontano 1883 quando il Comune di Roma effettuava i primi acquisti presso l’Esposizione Internazionale di Belle Arti tenutasi al Palazzo delle Esposizioni in quell’occasione inaugurato, trover realizzazione nel 1925. In quell’anno infatti la Galleria venne istituita, all’interno di un pi vasto progetto dedicato a Mussolini, presso il Palazzo Caffarelli in Campidoglio con un allestimento documentato nelle pagine della rivista “Capitolium”, organo di informazione delle attivit dell’Amministrazione Comunale.

Denominata dal 1931 Galleria Mussolini, nonostante il pregio e il numero delle acquisizioni, fu soppressa temporaneamente nel 1938, allorch le opere vennero concesse in deposito presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna (per essere poi in parte recuperate nel 1952) o destinate ad arredi di uffici. Eppure, nonostante le sfavorevoli circostanze, grande continu ad essere l’importanza della collezione determinata dal pregio di numerosi acquisti e donazioni.

Nel 1900 il Comune di Roma istitu il Comitato Storia e Arte, dal 1924 sostituito dalla Commissione Storia ed Arte tuttora attiva, che, con la Commissione Archeologica, aveva potere consultivo in materia di acquisizioni. Grazie a questi organismi, l’Amministrazione Capitolina intraprendeva lungo il Novecento in modo continuativo una forte e tenace politica di acquisti, in particolare riguardanti la citt di Roma e gli artisti che vi gravitavano, con lo scopo sia di promuovere le arti, e incoraggiarne la produzione, sia di dotare la nuova capitale di una ricca collezione testimone del nuovo status e del glorioso passato. L’attenzione si concentr principalmente sulle Associazioni che si occupavano di promuovere eventi espositivi quali laSociet degli Amatori e Cultori di Belle Arti, attiva fino al 1929, leBiennali Romane, leMostre di Arte Marinara, leMostre di Arte Sacra, leMostre Sindacalie leQuadriennali, quest’ultime di valenza nazionale, che avevano luogo presso il Palazzo delle Esposizioni.

Per avere un’idea della politica culturale di quegli anni, basti pensare che le opere acquistate per la Galleria Comunale nelle edizioni delle Quadriennali tra il 1931 e il 1943 furono ben trecentoquarantotto, un patrimonio estremamente interessante che raccoglieva i nomi pi significativi dell’arte italiana della prima met del Novecento quali Carr, de Chirico, Carena, Casorati, Capogrossi, Scipione, Cavalli, Afro, Severini, Trombadori, Morandi e molti altri che si andarono ad aggiungere alle opere di Carlandi, artista fra i pi proficui, Sartorio, Coleman, Cecconi e in genere agli artisti de I XXV della Campagna Romana e a un significativo nucleo di opere della seconda met dell’Ottocento. Per non dimenticare, poi, un variegato fondo ascrivibile agli anni tra Simbolismo e Secessione e al nucleo altrettanto importante del Secondo Futurismo.

Nel 1949, grazie a Carlo Pietrangeli ispettore dei Musei Comunali, e con la restituzione parziale del patrimonio di opere in deposito presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna, la Galleria viene nuovamente inaugurata. La sede fu stabilita in Palazzo Braschi per essere, nel 1963 dopo una nuova chiusura, trasferita a Palazzo delle Esposizioni con una selezione permanente di opere curata dallo stesso Pietrangeli. Disallestita nel 1972, per i lavori nel palazzo, le opere furono ancora trasferite a Palazzo Braschi, questa volta chiuse nei depositi, e in altri immobili comunali. Nel 1989 la collezione fu oggetto di nuovo interesse con l’assegnazione di una sede presso l’ex Birreria Peroni, interessante esempio di archeologia industriale nel quartiere Nomentano, oggetto in quegli anni di un complesso piano di recupero.

Nel frattempo, con una selezione dei capolavori della collezione, nel 1995 venne inaugurata le sede di Via Crispi, nell’ex convento delle Carmelitane Scalze a S. Giuseppe Capo le Case, tuttora sede del Museo. Qui, dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di ristrutturazione per l’adeguamento ai moderni standard museali, fruibile, dal novembre 2011, un nuovo allestimento di opere.


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