19/11/2012 – Concerto di shakuhachi, flauto tradizionale giapponese

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Istituto Giapponese di Cultura-Concerto di shakuhachi, flauto tradizionale giapponeseIl vocabolo shakuhachi in passato ha indicato genericamente tutti i flauti dritti giapponesi. Oggi tale parola si riferisce allo strumento rituale impiegato dai monaci questuanti della setta Zen definita Fuke. Storicamente, dunque, tale flauto dritto era noto come Fuke shakuhachi.
Di bamb, lo shakuhachi moderno presenta cinque fori digitali, quattro anteriori e uno posteriore. Tra le dieci taglie esistenti, la pi diffusa ha una lunghezza di 54 cm. e produce come nota di base re3.

Insieme al koto (cetra a tredici corde) e allo shamisen (liuto a manico lungo), tale flauto stato protagonista della musica del periodo Edo (1603-1867). Infatti, pur se apparso nel contesto buddhista, esso trova diffusione anche in mbito secolare, sia come strumento solistico che in ensemble con i gi citati cetra e liuto.

Tutt’oggi lo shakuhachi continua ad essere al centro della pratica tradizionale.

[Prof. Daniele Sestili Etnomusicologo]

Tadashi Tajima nasce a Osaka nel 1942. Intraprende lo studio dello shakuhachi con i maestri Chikuho Sakai II e Katsuya Yokoyama. Nel 1994 fonda la scuola Jikisho. Il suo repertorio classico spesso da lui eseguito in ambienti del tutto originali, quali templi, grotte e allinterno di gigantesche statue buddhiste, per evocare loriginario contesto meditativo e religioso dello shakuhachi. Oltre che in Giappone, si esibito in Europa, in America del Nord, in Cina e in molti altri paesi, consolidando la sua fama anche allestero. Ha inciso tre raccolte come solista e pubblicato numerosi album. Il brano Shika no toone, pubblicato in Germania, stato utilizzato nella colonna sonora per il film Memorie di una geisha. E stato insignito di numerosi riconoscimenti, tra cui l’Arts Festival Award dellAgenzia per gli Affari Culturali giapponese nel 1990, il Premio Remy Martin, il Premio Ongaku-no-tomo Sha e il Theater Encouragement Award. Si classificato primo al concorso Pan Musik Festival ricevendo il Gran Premio nel settore della musica tradizionale e gli stato conferito il German Ambassador’s Award. Nel 2000 ha pubblicato i testi Shakuhachi Nyumon (Introduzione allo shakuhachi) e Ichion ni kokoro wo komete (Concentrare lo spirito in un singolo suono). Oltre allattivit di musicista svolge in parallelo quella di insegnante tra Tokyo e Osaka.


PROGRAMMA

Il maestro Tajima propone un programma di honkyoku tipici di diverse scuole, in particolare della Dōkyoku, fondata negli anni Cinquanta da Watazumi Dōso (1910-1992). Tale scuola, raccogliendo l’eredit dell’antica setta Myōan – creata alla fine dell’Ottocento – privilegia al massimo l’aspetto meditativo nella pratica dello shakuhachi.

1. Sagariha
Il titolo, “Foglie cadenti”, simboleggia l’impermanenza dell’esistenza.

2. Daha no kyoku
“Onde che si infrangono” si riferisce alla melodia, che vuole imitare il moto delle onde.

3. Tamuke
“Offrire” rimanda alla preghiera per i defunti, in quanto il brano veniva eseguito dai monaci proprio con questa funzione.

4. Yamagoe
Brano il cui titolo, “Oltrepassare la montagna”, evoca forse le difficolt della pratica meditativa. E’ noto anche come Reiho.

5. Shingetsu-chō
Il titolo, traducibile come “Melodia dell’essenza dell’animo”, ha una chiara matrice buddhista e allude alla ricerca interiore.

6. San’an
San’an (“Parto sicuro”) rimanda a una storia di un parto favorito dall’ascolto del brano in questione.

7. Tsuru no sugomori
“Nido di gru” descrive la vita dei volatili tanto cari ai giapponesi, in quanto simboleggiano l’amore dei genitori per i loro figli.

8. Kokū
Kokū (“Cielo vuoto”), brano considerato uno dei pi importanti del repertorio classico, concepito come descrizione della vacuit in senso buddhista.

info: Federica Lippi – Istituto Giapponese di Cultura Via A. Gramsci, 74 00197 Roma
tel. 06 3224794-54 fax 06 3222165 www.jfroma.it

Source Article from http://www.info.roma.it/evento_dettaglio.asp?eventi=23880

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