Il Catalogo Generale si configura come una visita per immagini e documenti allopera, lunga quasi sei decenni (viene ricostruita, per la prima volta, in un lungo capitolo, la vita e la fortuna critica), di un protagonista della cultura che dagli anni Venti-Trenta, ricollegandosi non solo al Settecento veneziano di Tiepolo e Piazzetta ma anche allesperienza di Morandi e De Pisis, analizza le pi sottili emergenze del dopoguerra e si inserisce, di diritto, in quella complessa e ricca pittura europea che ha avuto in De Stal e Bacon le sue punte di diamante.
2318 sono le immagini delle opere rintracciate e schedate rispettando la singolare elaborazione di continuit e di lunga durata messe in campo da Gianquinto nello spazio dello studio di Venezia prima, di Jesolo e di Asolo poi. Uno spazio che lidea stessa del dipingere e rende possibile questa moltiplicazione incessante di quadri che si inseguono come le quinte di una grande scena nel teatro della vita amplificando la consuetudine, tutta italiana, di pensare il proprio passato. Figure, alberi, rami fioriti, nature morte, paesaggi veneti ma anche di un meridione assolato e fermo nel tempo (Matera, Capo dOrlando), spesso commentati sul verso delle tele, scandiscono architetture di spazi secondo ritmi di vuoti e pieni, scrivono col pennello premuto sul fondo date e parole che fermano la memoria su momenti dellesistenza e della storia, tessono scale di toni ora serrati ora lievi non dissimili dalladorata musica. L dove la materia si addensa, Gianquinto elabora le sue ricerche non solo tecniche, si libera degli insegnamenti ricevuti, mette in campo quella capacit, che fu anche di Bacon, di rendere palpabile la traccia, il frammento, i resti degli oggetti e la loro inevitabile corruzione. Tutto ci, allora, emancipa Gianquinto dallideologia propria della cultura del realismo o dellinformale portati a una ricerca analitica sugli oggetti o alla distruzione della forma, e ce lo riconsegna come pittore della memoria capace di costruire, intorno alle sue pi minute tracce, una simbologia del mondo chiuso nellambito dello studio eppure specchio del disfacimento di una intera generazione.
Alberto Gianquinto nasce a Venezia Lido nel 1929. Dopo aver frequentato lUniversit Ca Foscari, nel 1952 si laurea in Economia e Commercio. Dipinge, tuttavia, gi dal 1947, sotto la guida di Luigi Cobianco, amico del padre nel cui studio si incontrano Arturo Martini e Diego Valeri, Carlo Cardazzo e Renato Guttuso. La sua prima presenza in una mostra del 1949, a Venezia, nellambito delle Olimpiadi della Giovent. Seguiranno, negli anni Cinquanta, le esposizioni dellOpera Bevilacqua La Masa, Venezia, e della Biennale dArte Triveneta, Padova, fino alla partecipazione, con tre opere, alla XXVIII Biennale Internazionale dArte di Venezia. Comincia da questo momento unintensa attivit, ricca di mostre personali (Galleria del Cavallino, Venezia 1957, 1958; Galleria Bevilacqua La Masa, Venezia, 1958; Galleria Alibert, Roma 1958; Galleria delle Ore, Milano 1958; La Nuova Pesa, Roma 1960, 1961, 1963, 1964; Galleria dArte Santo Stefano, Venezia 1962; Il Traghetto, Venezia 1963, 1964; Opera Bevilacqua La Masa, Venezia 1964; Il Gabbiano, Roma 1967; Galleria Bergamini, Milano 1968, 1970; Galleria Solferino, Milano 1971; Galleria Gissi, Torino 1980; Pilotta, Parma 1982; Galleria Comunale dArte Moderna, Conegliano 1988; Galleria Mazzocchi, Parma 1989; Galleria Flaviostocco, Castelfranco Veneto 1995; Appiani Arte Trentadue, Milano 1996; Galleria Civica dArte Moderna, Valdagno 1997), collettive di rilievo (La Giovane pittura Italiana, Mosca 1957; 50 anni di pittura veneta, Varsavia 1958; VIII Quadriennale di Roma, 1959, Giovani Pittori Italiani, Kamakura 1961, XXXI Biennale di Venezia, 1962, Pittori italiani contemporanei, Melbourne 1963, IX Quadriennale di Roma, 1965; X Quadriennale di Roma, 1972; Biennale di Milano, 1994), premi (Premio Monza, Maggio di Bari, Bergamo, Golfo della Spezia, Rimini, San Benedetto del Tronto; San Marino, Rovigo, Francavilla a Mare, Arezzo, Fiesole, Firenze, ecc.) e riconoscimenti critici (G. Perocco, G. Mazzariol, L. Trucchi, G. Marchiori, D. Micacchi, D. Morosini, M. Venturoli, G. A. DellAcqua, P. Zampetti, U. Apollonio, A. Del Guercio, M. Valsecchi, C. L. Ragghianti, V. Guzzi, A. Trombadori, G. Briganti, A. Ballarin, M. De Micheli, R. Tassi, G. Giuffr, A. C. Quintavalle, F. DAmico, P. Vivarelli, E. Crispolti, M. Vallora, ecc.) Muore a Cortellazzo di Jesolo il 17 maggio 2003. Dopo la sua scomparsa, gli vengono dedicate mostre antologiche al Museo Diocesano di Padova (2004), al Museo Correr di Venezia (2005), al Castel Sismondo di Rimini (2010).
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