08/01/2013 – Wordstar (S)

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Teatro Vascello-Wordstar (S)Wordstar(s) di Vitaliano Trevisan , lo affermo subito e con imprudente faziosit, un testo importante, a suo modo, un classico. In primo luogo per la sua qualit meta-testuale e metadrammatrica, capace di fare del medium usato il proprio tema e la propria narrazione. Il linguaggio e la scrittura diventano, in modo autoriflessivo, materiale del racconto, la forma stessa diventa sostanza narrativa.

Ulteriore motivo di originalit e fascinazione, Wordstar(s) scritto senza punteggiatura e con gli a capo tipici delle strutture versali e funzionali alla proposta di una lingua artificiale, ricreata in provetta, che aspira a farsi distillato purissimo, partitura.

Lartificio tuttavia cos abilmente condotto e sorvegliato da conservare al linguaggio il suo simulacro di quotidianit. A ribadire la centralit tematica della scrittura, insieme al titolo (WORD oltre al suo significato in inglese – parola – anche, nel linguaggio del computer, un programma di scrittura) lavora un sottotitolo, altrettanto suggestivo: ritratto di scrittore come uomo vecchio (mi parso subito il titolo di un quadro di F. Bacon e questa forte suggestione non ha mancato di reclamare i suoi diritti e le sue urgenze in sede scenografica, nei costumi, nelluso della luce e del colore, appunto, alla Bacon).

Ma la scelta dello scrittore a chiudere coerentemente il cerchio di questa profonda meditazione sulla scrittura. E quale altro scrittore se non Samulel Beckett, che ha dedicato (sacrificato) lintera esistenza alla sua irriducibile ossessione per il linguaggio e che ha spinto la letteratura e il teatro al limite delle loro (im)possibilit espressive, portandole al collasso per usura. Lo scrittore che, partendo dal presupposto che limmaginazione morta e la vena creativa esaurita, corteggia lidea della fine della letteratura e della parola che si stempera nel silenzio da cui trae origine e a cui vuol fare ritorno. Lo scrittore pi fedele allidea dellarte come fallimento inevitabile (essere artista fallire scriveva cos come nessun altro ha il coraggio di fallire o ancora nessuna capacit di esprimere insieme allobbligo di esprimere).

Tenendosi al riparo dalla cronistoria o dalla biografia teatralizzata, Wordstar(s) narra (con libert immaginativa che ha consentito possibili e pertinenti pennellate bernhardiane nella composizione del ritratto) gli ultimi giorni – o forse ore – di vita del grande scrittore, colto nella sua quotidianit comicamente scandalosa. La vertigine del pensiero e il tormento creativo dellartista si coniugano con la tragicomica goffaggine delluomo, letteralmente in mutande, e di un corpo, cervello compreso, che va in malora e che impedisce le pi elementari attivit quotidiane, come tagliarsi le unghie dei piedi. Al flusso monologante del protagonista fanno da contrappunto le due figure femminili di Suzanne e Billie la moglie e lamante – che nel loro chiacchiericcio post mortem, logorroico e delirante, sembrano proprio (e cos le ho trattate registicamente) due creature beckettiane nel loro teatrino purgatorialecos da avere sullo stesso palcoscenico lo scrittore e il suo teatro in un alternante doppio registro con cui, a mio avviso, respira il testo-spettacolo. Analogo trattamento, un po meno marcato, per la figura del giornalista-professore-biografo Knowson, che vagheggia fortune editoriali sulla vita di Samuel. Ringrazio ancora chi ha ritenuto di dover affidare a me la cura registica di questo atto di nascita. Nel farlo ha forse tenuto conto di quella sorta di primo amore per il gigante irlandese come nulla osta ad occuparsi di Wordstar(s), o, forse, per favorire un avvicinamento di due beckettiani incalliti, quali Trevisan e me
E grazie a Ugo Pagliai che ha immediatamente creduto nel progetto abbracciandolo col coraggio e la spericolatezza del grande artista della scena anche se abbiamo immediatamente escluso di lavorare in maniera mimetica alla costruzione di questo ritratto, fare Beckett non era uno scherzo guardatelo e ascoltatelo: una meraviglia.
Giuseppe Marini

Note dellautore

WordStar, il pi diffuso programma di scrittura prima dellavvento di Microsoft Word. Niente pi
stelle, solo parole. Allo stesso modo, come un programma di scrittura ormai obsoleto, si spegne un vecchio scrittore, Samuel direttamente ispirato alla figura e alla biografia di Samuel Beckett , incalzato dal ricordo della moglie e dellamante, entrambe inaspettatamente morte prima di lui, e tormentato dalla presenza del direttore di una rivista di studi a lui dedicata, che cerca di carpirgli unultima illuminante dichiarazione.

Vitaliano Trevisan

Source Article from http://www.info.roma.it/evento_dettaglio.asp?eventi=23797

Category : Eventi

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