16/04/2013 – La Governante

Print Print


Teatro Quirino - Vittorio Gassman-La GovernanteLa regia della produzione etnea affidata alla firma di Maurizio Scaparro, scene e costumi a quella altrettanto prestigiosa di Santuzza Cal. Pippo Russo sigla le musiche, Franco Buzzanca le luci. Protagonisti di spicco Pippo Pattavina e Giovanna Di Rauso nel ruolo del titolo. Con loro agisce un cast di qualit che annovera Max Malatesta, Marcello Perracchio, Giovanni Guardiano, Valeria Contadino, Veronica Gentili, Chiara Seminara.

Lazione si svolge a Roma, in una ricca casa borghese. La governante francese Caterina Leher, charmante, colta e di fede calvinista, instaura un rapporto dialettico con il siciliano Leopoldo Platania, cattolico e severo capofamiglia, illuso di essersi integrato nella capitale e invece incapace di accettare unetica diversa da quella in cui cresciuto. Entrambi si struggono dentro, per colpe segrete: la prima vive lomosessualit come peccato, laltro sconta lintransigenza moralistica mostrata le alla figlia, morta suicida. Permissivo invece Leopoldo nei confronti del figlio Enrico, che incarna il gallismo siculo ai danni della fragile moglie Elena. A frequentare assiduamente casa Platania poi lo scrittore Alessandro Bonivaglia, intellettuale indolente ma lucido. Utilizzando un registro parodico e satirico che approda alla tragedia, lautore descrive il clima oscurantista dell’Italia anni Cinquanta, laddove l’odio per la cultura ha un ufficio apposito, che una volta si chiamava, con ironia involontaria, Ministero della Cultura Popolare e oggi Sottosegretariato per lo Spettacolo e le Informazioni. Il principale motivo del divieto censorio da riscontrare in questesplicita accusa, mentre la materia scabrosa lomosessualit, per di pi femminile, in quegli anni oggetto di riprovazione e tuttora non immune da discriminazioni descritta in maniera elegante, allusiva.

Assai pi scomodo il jaccuse contro lUfficio Censura, retaggio del Ventennio, che la Repubblica manterr fino agli anni Sessanta, avallando de iure il pi retrivo conformismo culturale. Brancati si oppone fieramente, come aveva fatto con i censori fascisti che avevano messo allindice creazioni quali Singolare avventura di viaggio o Don Giovanni involontario. Ed lui stesso ad indicare la chiave di lettura di una pice fortemente polemica come La governante: La sostanza della vicenda avverte nel pamphlet Ritorno alla censura pi la calunnia che lamore fra due donne. In effetti lautore adotta un topos collaudato – linganno calunnioso – per mettere a nudo fondamentalismi etnici e religiosi, responsabilit individuali e collettive. E com nelle sue corde, inscrive lacuta analisi nel procedere compulsivo di unossessione erotica, che svela ed esaspera dilemmi e prospettive: Unimpostazione coerente e ricorrente, da Don Giovanni in Sicilia a Il bellAntonio a Paolo il caldo.

Note di regia

Moralit? La moralit italiana consiste tutta nel censurare. Non solo non vogliono leggere o andare a teatro, ma vogliono essere sicuri che nelle commedie che non vedono e nei libri che non leggono non ci sia nessuna delle cose che essi fanno tutto il giorno, e dicono. Con le parole che Brancati fa dire allo scrittore Alessandro Bonivaglia ne La governante ho voluto iniziare queste mie brevi note sullo spettacolo.

Mi stato particolarmente caro linvito che il direttore Giuseppe Dipasquale mi ha rivolto, di tornare dopo molti anni allo Stabile di Catania, non solo per i ricordi di alcune belle avventure comuni, quanto perch ha un nuovo significato riproporre La governante in questi anni difficili che stiamo vivendo e in un teatro non casualmente legato allo scrittore siciliano. Ho potuto cos riunire in questo palcoscenico attori siciliani e attori italiani come voleva Brancati. E ho avuto la buona sorte di trovare qui attori come Pippo Pattavina che unisce alla sicilitudine la forza della migliore tradizione teatrale italiana, e scoprire nuovi attori come Valeria Contadino e storici caratteri come Marcello Perracchio e con loro Giovanni Guardiano, Veronica Gentili e Chiara Seminara. E il piacere di ritrovarmi con due attori italiani che mi sono cari per recenti comuni esperienze teatrali come Giovanna Di Rauso e Max Malatesta. Cos come mi fa piacere ricordare laiuto determinante della fantasia di Santuzza Cal, siciliana anche lei, per le scene e i costumi e il contributo tecnico e non solo di Franco Buzzanca e del suo staff, la complicit del mio aiuto Marcello Scuderi e, infine, lapprofondimento critico e la utile rilettura, oggi, del testo assieme con Antonia Brancati. Perch, com noto, la commedia allora fu clamorosamente bocciata dalla censura e vide solo dopo molti anni, nel 1965, la possibilit di apparire sui palcoscenici italiani (e Luchino Visconti suggeriva per questo di rappresentarla in quegli anni significativamente a Parigi).

Ricorda Anna Proclemer, prima interprete de La governante e moglie di Brancati, che: Forse i censori si fermarono allapparenza di certi fatti narrati e non seppero o non vollero vedere che si trattava di una delle commedie pi morali del teatro moderno. S, perch io credo che sia morale rappresentare il caso di coscienza di un essere che si dibatte nelle spire di un vizio che non vuole accettare. Anche se tutto il mondo intorno, anche se la filosofia stessa sembrano disposti ad assolverla, lei dice no. Rifiuta di essere liberata dal rimorso. Vogliono togliermi il rimorso, il mio rimorso, il solo bene che nella vita, dice ad un certo punto. Rifiuta di essere perdonata, rifiuta di essere assolta. Riproporre al pubblico questa Governante un segno, forse, che i fatti privati, i sentimenti personali, contano alla fin fine pi di ogni altra cosa. E che finch continueremo a fare con il teatro delle esercitazioni di stile, sia pure ad alto livello, saremo condannati allinsoddisfazione e alla crisi. O il teatro diventa specchio della nostra vita personale e segreta, ci rappresenta cio a tutti i livelli, non soltanto a quelli intellettuali e ideologici, o saremo ridotti allalienazione e alla nevrosi.

Ma alla censura di allora importava pi che il tema dellomosessualit femminile laccusa pesante che le rivolgeva il personaggio dello scrittore, quella di essere spia della cultura conservatrice ipocrita e conformista dellepoca. Ed questo forse il lato pi sorprendente e attuale del testo, oggi. Quello di una Sicilia e di una Italia dei nostri padri e dei nostri nonni (dimenticato forse), certo sconosciuto ai pi giovani, ma di cui facile scoprirne ancora le tracce nella societ italiana (non soltanto siciliana) e che Brancati sottolinea: da tutti i tab sessuali, al gallismo, ai falsi moralismi, alle divisioni forzatamente etniche, alle censure appunto, alle ipocrisie dei poteri ufficiali di tutti i tempi. In questi momenti, in cui lItalia si interroga con grande preoccupazione sulla capacit o meno di resistere alle difficolt economiche ma anche politiche, sociali, morali, culturali soprattutto, le parole di Brancati sembrano cos sorprendentemente superare il confine ristretto degli anni Cinquanta, che pure le avevano espresse.Spirito di sacrificio? No. Non ho visto mai un ricco italiano proporre una legge che riduca i suoi guadagni per aumentare il benessere del suo Paese, dice ancora Bonivaglia. Forse anche per questo, mi piace dedicare questa fatica non soltanto a un divertito e tenero come eravamo, ma al come sapremo essere. Ai giovani, quindi, e al teatro, se sapr, come nei secoli ha saputo fare, aiutarci a costruire nuovi sogni e nuove realt.

Maurizio Scaparro


ORARI SPETTACOLI
dal marted al sabato ore 20.45
gioved 18, mercoled 24
e sabato 27 aprile ore 16.45
tutte le domeniche ore 16.45

Source Article from http://www.info.roma.it/evento_dettaglio.asp?eventi=24520

Category : Eventi

Comments are closed.